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La Repubblica (Torino) – Una coppia per Verdi, Brunello e Paolini: "La nostra sfida è far cantare il pubblico del Regio"

Lo spettacolo dedicato alle arie del compositore debutta in prima nazionale giovedì in piazza Castello

"Siamo partiti da una domanda molto semplice: perché Giuseppe Verdi è così popolare? Verdi appartiene al nostro Dna, al nostro sangue, a chi non è mai capitato di iniziare a cantare un'aria di Verdi e accorgersi che anche gli altri lo seguono? Per questo vorremmo che il pubblico cantasse con noi". Il violoncellista Mario Brunello, con entusiasmo, in una pausa delle prove, racconta il nuovo spettacolo che firma insieme all'attore Marco Paolini, "Verdi narrar cantando" che giovedì prossimo debutta al Regio in prima assoluta.

Non è la prima volta che Brunello e Paolini lavorano insieme su progetti musicali, lo hanno già fatto per Schonberg, Bach, o per "Binario illegale" insieme al cantautore Gianmaria Testa, questa volta rendono omaggio a Verdi in maniera originale nell'anno del bicentenario.
"Verdi narrar cantando non è una lezione su Verdi, non abbiamo nulla da insegnare o da scoprire di nuovo- dice Brunello  -  E' una narrazione come sa fare Marco incentrata su Verdi uomo di teatro, non era solo un compositore, era un regista, uno scenografo, unoche dava precise indicazioni ai suoi cantanti, uno che pensava al teatro!".

Che musiche di Verdi si ascolteranno?
"Avevamo solo l'imbarazzo della scelta. Abbiamo scelto pagine dalla Trilogia popolare: Rigoletto, Trovatore e Traviata, poi Otello, un Otello in miniatura, sarà una sorta di fil rouge di tutto lo spettacolo. Io suono il mio violoncello, poi ci sarà un armonium suonato da Stefano Nanni per accompagnare il pubblico che canta".

Il pubblico in sala canterà "Di quella Pira" e "Amami Alfredo?
"Certo! Per questo ogni recita sarà preceduta da una lezione ad ingresso libero alle 18,30 al Piccolo Regio dove Francesca Bre-schi ed io insegneremo i testi e le musiche da cantare: di solito tutti sanno le prime tre parole di un'aria, poi si fermano. Ma anche chi non verrà alla lezione potrà cantare liberamente, magari al primo brano ci saranno più timidi che cantanti, ma al secondo saranno già tutti coinvolti: è impossibileresistere. Io vengo da un altro repertorio, non dall'opera, ma mi sono accorto che se suono Verdi una lacrima o un brivido lungo la schiena riesce sempre a scatenarmelo, l'ho scoperto ancora più grande! Verdi è un regalo all'umanità!".

Che pubblico vi aspettate?
"Io spero che venga un pubblico di tutti i tipi, Marco ed io siamo una coppia trasversale e quindi ci aspettiamo un pubblico trasversale, può venire chi conosce i suoi spettacoli teatrali o i miei concerti, insomma speriamo di conquistare i melomani che sanno già tutto di Verdi e chi invece melomane non è".

Marco Paolini canterà anche lei?
"Possiamo passare alla domanda successiva? Sarò molto attento al tono, al ritmo, al volume, dei testi tratti dai suoi libretti, ma da attore, non da cantante. La cosa che mi ha affascinato è che Verdi non è il compositore che sta solo al pianoforte nella sua torre d'avorio, no, lui fa il regista, il capocomico, l'imprenditore, insomma se il ruolo di compositore gli sta stretto lo cambia e questo mi piace da pazzi".

Nello spettacolo leggerà anche un articolo di Filippo Tommaso Marinetti sui funerali di Verdi. Di cosa si tratta?
"E' un articolo poco noto, "Les Funèrailles d'un Dieu", scritto in francese e che io ho tradotto nelquale un giovane Marinetti, non ancora futurista, racconta il funerale di Verdi come il funerale di un eroe, tra le autorità che volevano gestire il tutto e la gente che voleva partecipare: è un bellissimo racconto sui vizi e le meraviglie di noi Italiani".

Con quale emozione, con quale pensiero vorreste che il pubblico uscisse dal vostro spettacolo?
Brunello: "Io vorrei che uscissero fischiettando un'aria di Verdi " Paolini: "Io vorrei che uscissero cantando"

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