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Avvenire – Seguendo il nuovo Marco Polo

Il viaggio dell'attore nel mondo veneto di ieri e di oggi

La storia inizia come un viaggio sulle tracce di Marco Polo, il grande Veneziano che dalla laguna raggiunse, attraverso popoli sconosciuti, il grande impero del Catai.

Anche il Marco di oggi - Marco Paolini, padre di "Vajont" - parte dall'aeroporto "Marco Polo" (appunto) per seguirne le tracce, ma uno strano incidente aereo gli vieta di uscire dalla laguna.

Un barcaiolo di nome Sambo lo carica sul suo guscio ed è a questo punto che inizia il vero viaggio attraverso Venezia.

Così, attraverso il dialogo tra Sambo e Campagne (come viene chiamato Paolini, nato nella terraferma, dal suo traghettatore), nasce il suggestivo racconto de "Il Milione" di Paolini.

Venezia è un labirinto geografico e storico, ma ancor più un labirinto di lingua. La Venezia di oggi si scontra con quella di ieri e con quella dell'altr'ieri, quando Venezia non c'era.

È una Venezia splendida, variopinta, un po' troppo orientale, urlante; il suo popolo non è un vero popolo ma una sorta di colonia di strani animali acquatici, di cui il turista chiassoso e ignorantissimo - contro il quale vanno tutti gli strali di Paolini - farebbe bene a non fidarsi troppo.

Ma il racconto della costruzione della città coincide (secondo una linea poetica che ci spedisce a una ventina e più d'anni fa, quando Paolini scriveva il suo romanzo di formazione) con la costruzione linguistica.

Come in un tappeto persiano, dove il disegno rappresenta per enigma l'universo stesso. Nel laboratorio di Paolini compaiono, disposti in buon ordine, tutti gli strumenti con i quali egli opera sul tessuto della lingua, tagliandola, componendone parti diverse, sovrapponendo parole e suoni, senso e rumore.

Niente di nuovo, s'intende. Gli strumenti non se li è fabbricati lui, ma li ha comprati in qualche buon negozio specializzato.

Però il risultato è ottimo. La cascata del suo monologo investe la fantasia, cresce col crescere della città, affastellando, gettando ponti, sistemando fondamenta: uno spettacolo, insomma, di architettura aerea.

Con "Il Milione" Paolini aggiunge un nuovo capitolo al suo repertorio storico-geografico, fatto di storie, di nomi, di memorie, e che ha nei "Quaderni" la sua chiave di volta.

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