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PERUGIA – La Fabbrica del mondo, per sua stessa definizione, è un terreno d’incontro tra persone con mestieri diversi che riflettono assieme su come concretizzare gli obiettivi individuati nell’Agenda 2030 dell’Onu per lo sviluppo sostenibile.
Un cantiere di idee dove convergono dati e fatti e si creano storie capaci di formare un pensiero comune perché ciascuno possa fare la propria parte nel pianeta Terra.
La Fabbrica del mondo nasce come programma televisivo ideato e condotto da Marco Paolini e Telmo Pievani trasmesso da Rai 3 dall’8 al 22 gennaio 2022 per tre puntate.
Il programma, evidentemente con un marcato stile narrativo teatrale impresso da Paolini, trattava come tematiche principali l’ambientalismo e l’ecologia, spaziando dalla scienza all’economia alla letteratura.
Dal piccolo schermo alle grandi piazze il passo è stato relativamente breve. Coerentemente, dal 2022, infatti, gli incontri di Fabbrica del mondo sono diventati manifestazioni itineranti di carattere nazionale.
Vedono ad ogni iniziativa la presenza di artisti e scienziati, giornalisti e filosofi, intellettuali e scrittori, economisti e imprenditori che si danno appuntamento per parlare, condividere con il pubblico le loro visioni, organizzare pensieri sui temi dell’ambiente, del presente e del futuro.
In questo suo virtuoso cammino, si inserisce la tappa di Perugia di due giorni, venerdì e sabato prossimi.
Al centro, i temi dell’acqua e della necessità di agire responsabilmente con un’idea di prevenzione civile per ridurre la nostra vulnerabilità.
In effetti si tratta di un gradito ritorno, dal momento che gli incontri di Fabbrica del mondo si tengono per il secondo anno in Umbria grazie alla collaborazione con Umbria Green Festival.
In sostanza Marco Paolini entrerà in dialogo con scienziati di varia estrazione e giornalisti nel tardo pomeriggio, cui seguirà uno spettacolo sempre su temi scientifici in serata.
In questa seconda edizione umbra, assieme a Marco Paolini, ci saranno anche Elisa Palazzi, Andrea Rinaldo, Stefano Fenoglio, Giulia Bassetto, Titti Postiglione, Paolo Bovio, Federico Taddia e Gea.
La premessa è che la partecipazione alle due giornate è gratuita su prenotazione: www.incontridellafabbricadelmondo.org.
E ora veniamo al programma nel dettaglio.
Venerdì alle ore 18 il primo incontro all’auditorium di San Francesco a Prato si intitola “Rivali”.
“La vita – spiega l’ideatrice degli Incontri, Michela Signori (nella foto con Paolini)- è nata e si è sviluppata lungo i corsi dei fiumi e per millenni l’uomo ne ha abitato le rive.
Con il governo dell’acqua abbiamo via via imparato a gestirla, piegandola a esigenze e usi nuovi. Abbiamo abbandonato le rive per vivere altrove, all’interno, ovunque l’acqua potesse arrivare o ovunque la si potesse trovare, ma siamo rimasti rivali, abitanti di rive contrapposte.
Finché c’è acqua a sufficienza ci si sopporta, ma quando arriva la siccità?”.
Con Paolini ne parleranno Elisa Palazzi, climatologa e docente di Fisica del clima all’Università di Torino, che ha partecipato a numerosi progetti europei e internazionali come il Global Network for Observations and Information in Mountain Environments.
Ha portato la sua passione per la montagna nel lavoro, e viceversa.
E ancora Andrea Rinaldo, ordinario di Costruzione idraulica all’Università di Padova, Stockholm Water Prize 2023 e membro di prestigiose accademie; Stefano Fenoglio, ordinario di zoologia all’Università di Torino, cofondatore di Alpstream, il centro per lo studio dei fiumi italiani con la moderazione di Giulia Bassetto, autrice di Will Media.
A seguire Marco Paolini presenterà lo spettacolo “Antenati, the grave party”.
“Nella finzione del teatro – la presentazione dello spettacolo – seguendo quelle tracce che ciascuno di noi, nel proprio genoma, porta di tutti coloro che lo hanno preceduto, Paolini ricostruire i fili dei legami che permettono di organizzare una stravagante riunione di famiglia: tutti i nonni della storia chiamati a dar consiglio sul futuro della nostra specie.
Siamo una specie curiosa e fragile – si legge ancora nella presentazione dello spettacolo – capace di adattarsi al clima per colonizzare gli angoli più remoti del pianeta. Siamo stati prede e siamo diventati predatori.
Dentro il genoma di ogni individuo ci sono tracce, informazioni in codice di tutti coloro che lo hanno preceduto. Nella finzione del teatro seguendo quelle tracce si ricostruiscono i fili dei legami che permettono di organizzare una stravagante riunione di famiglia: tutti i nonni della storia chiamati a dar consiglio sul futuro della nostra specie”.
Sabato, sempre all’Auditorium alle ore 18 e sempre con Marco Paolini a condurre il confronto, verrà fatto il punto sulla “prevenzione civile”.
Partendo da una equazione matematica: R = P x E x V Rischio = Pericolosità x Esposizione x Vulnerabilità. Equazione semplice ma rispetto alla quale si perdono migliaia di vite umane.
“Comprendere il rischio e le nostre responsabilità – afferma Michela Signori – significa intervenire ora per prevenire poi, fare adesso quanto necessario per vederne il risultato dopo.
Se affrontiamo i problemi abbiamo la speranza di poterli risolvere, in questo binomio, nello spazio che intercorre tra rischio e speranza, si inserisce l’idea di prevenzione civile”.
Con Paolini ci saranno Titti Postiglione, geologa specializzata in vulcanologia, vice capo del Dipartimento della Protezione civile. Ha gestito e coordinato tutte le principali emergenze che hanno interessato il nostro Paese negli ultimi 25 anni. E ancora ci saranno Paolo Bovio, managing editor di Will Media, coordina il lavoro editoriale di una squadra di giovani giornalisti. Si interessa in particolare delle trasformazioni urbane. E poi Federico Taddia, giornalista, autore e conduttore, da anni si occupa di divulgazione scientifica per le nuove generazioni tra carta, palchi, radio, televisione e scuole.
In serata Taddia, assieme ad Elisa Palazzi e con le musiche dal vivo di Gea, daranno vita allo spettacolo “Bello Mondo”. Nella presentazione si legge: “Il pianeta sta cambiando e così dovremo fare noi, ma per capire come farlo dobbiamo prima capire le cause degli eventi (estremi e non) che ci aspettano, conoscere i rischi che stiamo correndo, ma soprattutto le modalità con cui possiamo prevenirli e adattarci.
Comprendere il sottile equilibrio che governa la Terra è il primo passo per prendercene cura.
E non basta sapere di doverlo fare, ma capire perché, come, quando e cosa fare”.
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