Milano. Attori che cantano se ne sono visti e ascoltati tanti: ma la strada che ha portato Marco Paolini al suo esordio discografico è decisamente originale. L'album "Sputi", realizzato col trio monzese dei Mercanti di Liquore, è un viaggio nella parola e nella poesia che utilizza come testi da canzone filastrocche di Gianni Rodari, i "Canti Orfici" di Dino Campana, due poesie (di cui una inedita) di Erri De Luca e un estratto da "Il sergente nella neve" di Mario Rigoni Stern, verso cui Paolini ha una speciale predilizione. "Non c'è niente di più forte contro la guerra, come invettiva antimilitarista, di qualcosa scritto da un ex soldato,, spiega lui. Registrato ad Arcore, in una cascina attrezzata come casa-studio dai Mercanti di Liquore, l'album è frutto di un processo di metabolizzazione delle performance degli ultimi due anni:"Da qui alla fine dell'anno, almeno metà dei miei impegni sarà assorbito dal concerto con i Mercanti di Liquore. Magari non ho la patente per cantare, ma si tratta per tutti noi di un'esperienza totalizzante, che serve a mettersi in discussione, a studiare, imparare molte cose nuove, a porsi al servizio della letteratura.,,
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