Regia Marco Segato
Una produzione Jolefilm con Rai Cinema
Film realizzato in associazione con De Rigo Vision SpA, Credito Valtellinese S.c., Tasci srl, Destro Flavio, Orsoni Davide ai sensi delle norme sul tax credit e con Guido Maria Brera
Film riconosciuto di interesse culturale con contributo economico del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo – Direzione generale cinema
Opera realizzata con il sostegno della Regione del Veneto – Fondo regionale per il cinema e l’audiovisivo e della Regione Lazio – Fondo regionale per il cinema e l’audiovisivo
Distribuzione (Italia) Parthénos
Vendite estere EastWest Filmdistribution
Ufficio stampa Lucrezia Viti e Livia delle Fratte
Italia, 92′, colore, 2.39:1
Lingua Italiano
Altri titoli: On the Trail of My Father (titolo internazionale)
Marco Paolini (Pietro Sieff)
Leonardo Mason (Domenico Sieff )
Lucia Mascino (Sara)
Paolo Pierobon (Crepaz)
Maria Paiato (Signora Dal Mas)
Mirko Artuso (Franco)
Valerio Mazzucato (Bruno)
Massimo Totola (Toni Dal Mas)
Silvio Comis (Santin)
Soggetto Marco Segato
Sceneggiatura Enzo Monteleone, Marco Paolini,
Marco Segato
Tratto dal romanzo “La pelle dell’orso” di Matteo Righetto edito da Ugo Guanda Editore
Fotografia Daria D’Antonio
Montaggio Paolo Cottignola, Esmeralda Calabria
Musiche Andrea Felli
Suono Remo Ugolinelli, Alessandro Palmerini
Scenografia Leonardo Scarpa
Costumi Silvia Nebiolo
Trucco ed effetti prostetici Andrea Leanza
Acconciature Romina Ronzani
Casting Marina Zangirolami – Argonauti
Prodotto da Francesco Bonsembiante
Anni Cinquanta. In un villaggio nel cuore delle Dolomiti vivono Domenico, un ragazzino sveglio ma introverso, e il padre Pietro, un uomo consumato dalla solitudine e dal vino, che per campare lavora alle dipendenze di Crepaz. Il rapporto tra padre e figlio è aspro e difficile, i lunghi silenzi li hanno trasformati in due estranei.
Una notte la tranquillità della valle viene minacciata dal diaol, il diavolo, un orso vecchio e feroce che ammazza una vacca dentro una stalla. La comunità è in preda a un terrore superstizioso e non ha la forza di reagire. Una sera all’osteria in uno scatto d’orgoglio, Pietro lancia una sfida a Crepaz: ammazzerà l’orso in cambio di denaro. La sfida viene raccolta tra le risate e lo scetticismo generale.
È l’occasione che Pietro aspettava da tempo, il mattino dopo, senza dir nulla a nessuno parte per la caccia. Domenico lo viene a sapere e decide di seguirlo. A sua volta abbandonerà la sicurezza del paese per avventurarsi verso l’ignoto. Padre e figlio si immergono nei boschi, sempre più a fondo, fino ad esserne inevitabilmente trasformati. A poco a poco si riavvicinano, si riconoscono e il muro che li separava si sgretola nell'immensità della natura.
Mentre leggevo La pelle dell’orso, il libro di Matteo Righetto da cui il film è stato tratto, ho subito pensato di aver trovato il soggetto ideale per raccontare la “mia storia”, quella di un viaggio al contempo fisico e spirituale, un’esperienza iniziatica per il giovane protagonista che lo spinge a riavvicinarsi al padre dopo anni di silenzi amplificati dall’assenza della madre e dalla vita dura di montagna. Rispetto al libro volevo disegnare un mondo più duro e complesso, e trovare un equilibrio tra il racconto di genere, le suggestioni fantastiche e l’intimità di un rapporto difficile tra padre e figlio. È nata così la sceneggiatura, scritta insieme a Enzo Monteleone e a Marco Paolini.
Il film racconta la grandezza del piccolo uomo mentre affronta la grande bestia, il superamento di quella linea d’ombra che segna l’uscita dell’uomo dall’età dell’innocenza per entrare in quella delle grandi sfide contro i mostri della natura e dello spirito. Oltrepassi la linea e non sei più lo stesso. E così sarà per Domenico. Le prove della vita non si superano senza coraggio, il coraggio per combattere non solo l’orso ma anche il dolore per una perdita e la paura del futuro. Temi e strutture presenti nei grandi romanzi americani, da Le avventure di Tom Sawyer di Mark Twain ai racconti di Ernest Hemingway e Jack London. A questi riferimenti si sovrappone l’epos antispettacolare dei racconti e dei romanzi di Mario Rigoni Stern, una lezione importante soprattutto per la descrizione dei boschi, delle montagne e delle vite degli uomini che li abitano. Uno stile che si sofferma sulla contemplazione della natura, sui piccoli gesti, sui momenti sospesi, attento alle vite degli uomini semplici e alla loro relazione con il mondo contadino.
Era mia intenzione fare un film che esplorasse le regole del “genere” senza però rimanerne schiacciato. Ne è uscito un film molto personale, intimo ed essenziale, nell’osservare da vicino gli stati d’animo dei protagonisti e il loro conflitto. Una fiaba nera ancorata alla realtà, dove il realismo della vicenda viene spinto al limite fino a sfiorare il fantastico. Come per l’orso, elemento quasi soprannaturale, che nella storia incarna tutte le paure più ancestrali. Il bosco quindi è il luogo centrale dello scontroincontro tra padre e figlio, tra Domenico e el Diàol. Qui è la natura a imporre le proprie regole e gli uomini sono costretti a rispettarle.
Fin da subito ho pensato a Marco Paolini nel ruolo del padre e lui ha accettato una doppia sfida: quella di mettersi nelle mani di un regista esordiente e quella di indossare una maschera inedita, da costruire con silenzi e sguardi, in un film un po’ anomalo per i canoni del cinema italiano.
Marco Segato
40. Montreal World Film Festival – World Competition, Canada, agosto 2016
Festival Annecy Cinéma Italien – Concorso, Francia, settembre 2016: vincitore del Grand Prix Fiction, del Prix CICAE, e del Prix Annecy Cinéma Haute-Savoie (Prix remis par le Conseil départemental)
21. Busan International Film Festival – Flash Forward, Sud Corea, ottobre 2016
39. Festival du film Italien de Villerupt (Compétition), Francia, ottobre-novembre 2016
Festival del Cinema Italiano in Brasile, novembre-dicembre 2016
12èmes Rencontres du cinéma italien de Toulouse (Compétition), Francia, dicembre 2016: vincitore del Prix du public
Festivita. 4e Festival du cinéma italien contemporain, Valence, Francia, gennaio 2017
Festival du Cinema Italien de Bastia 2017 (Compétition), Francia, febbraio 2017
Viva il Cinema! Journées du film italien à Tours 2017 (Compétition), Francia, marzo 2017
Journées du Cinéma Italien – Nizza 2017, Francia, marzo 2017
Festival Terra di Cinema 2017 (Compétition Fictions – Premio del Pubblico Miglior Film ex-aequo con La ragazza del mondo), Francia, marzo 2017
David di Donatello 2017 – Candidato al premio “Miglior regista esordiente”
Premio cinema giovane e festival delle opere prime, Roma
Premio “La Pellicola d’Oro”: Nomination “Miglior Creatore di Effetti Sonori”, “Miglior Stuntman” e “Migliore Story Board Artist“, aprile 2017
Breganze Film Festival (Premio Torcolato d’oro Miglior film)
Italian Film Festival USA (St. Louis, Detroit), USA, aprile 2017
Cinema Little Italy, San Diego USA, agosto 2017
Ciak d’Oro: Nomination “Ciak Alice Giovani”, giugno 2017
Globi d’oro: Nomination “Migliore Opera Prima” e vincitore di “Migliore Fotografia (Daria D’Antonio), giugno 2017
Métamorphoses – Focus sur le cinéma européen contemporain, Francia, giugno 2017
Skip City International D-Cinema Festival 2017 (Feature Length Competition), Giappone, luglio 2017
Per acquistare La pelle dell'orso nel formato DVD o nel formato digitale è possibile collegarsi alle seguenti piattaforme: CG ENTERTAINMENT, La Feltrinelli, Amazon, ibs, Mondadori Store.
Marco Paolini (Pietro Sieff)
Leonardo Mason (Domenico Sieff )
Lucia Mascino (Sara)
Paolo Pierobon (Crepaz)
Maria Paiato (Signora Dal Mas)
Mirko Artuso (Franco)
Valerio Mazzucato (Bruno)
Massimo Totola (Toni Dal Mas)
Silvio Comis (Santin)
Soggetto Marco Segato
Sceneggiatura Enzo Monteleone, Marco Paolini,
Marco Segato
Tratto dal romanzo “La pelle dell’orso” di Matteo Righetto edito da Ugo Guanda Editore
Fotografia Daria D’Antonio
Montaggio Paolo Cottignola, Esmeralda Calabria
Musiche Andrea Felli
Suono Remo Ugolinelli, Alessandro Palmerini
Scenografia Leonardo Scarpa
Costumi Silvia Nebiolo
Trucco ed effetti prostetici Andrea Leanza
Acconciature Romina Ronzani
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