The Italian Banker

Sinossi

Nei saloni di una grande villa veneta, si sta svolgendo una festa esclusiva: uomini in giacca blu, signore in abito lungo. Molti di loro hanno perso milioni a causa del crollo della Banca Popolare del Nordest.

Fra una coppa di champagne e un giro di ballo, le tensioni personali si intrecciano alla frustrazione collettiva. La violenza esplode in concomitanza con l'arrivo dell'ex direttore della banca, deciso a raccontare la sua verità sul crack. Ma con l'alba arriverà la buona notizia dell'esito felice dell'operazione su una bambina.

Note di regia

Tutto si svolge in una lunga notte fino all’alba, in una sontuosa villa un centinaio di persone partecipano a una festa. Film in bianco e nero e location, scenografia e costumi sono scelti e trattati per aderire all’estetica del non colore. Lo spazio e il tempo stessi sono in bianco e nero.
La villa è uno spazio “senza tempo”, magnificamente collocata su una collina buia che domina la pianura punteggiata da mille luci lontane. Una sorta di astronave aliena iper illuminata, atterrata nel migliore dei punti possibili e che spande luce sul circostante vasto parco selvaggio e misterioso. Una costruzione sobria ed elegantissima, in cinquecento anni non è cambiata, probabilmente mai cambierà. La festa che vi si svolge è l’ennesima nel contemporaneo, ma la grande scalinata, la terrazza con massicce colonne, l’impressionante grande sala centrale e i salotti attigui, sono stati teatro di feste anche nei secoli passati, in notti forse simili a quella raccontata dal film, notti definitive, inaspettatamente drammatiche per i protagonisti e per chi li circonda, per l’intera comunità cui appartengono. Si festeggia, ma la tragedia è in agguato.
I fatti che ispirano il film sono reali. Un crack bancario dagli effetti devastanti. Non solo piccoli, medi e grandi clienti della banca e investitori sono andati letteralmente in rovina a causa della bancarotta, a questo si sono aggiunte molteplici conseguenze che hanno intaccato l’intero tessuto sociale. Risuonano temi universali: la spregiudicatezza degli istituti bancari e l’imprevedibile disfacimento di molti di essi, l’inedita crescita del potere della finanza, la cosiddetta crisi planetaria e semi-permanente, la condizione delle élite all’interno del corpo sociale con torbide connivenze nelle alte sfere, la non assunzione di responsabilità “da adulti” nei momenti di pericolo e crisi.
I cinque personaggi principali, al centro della prima parte del film, sono parte dell’élite. Hanno origini comuni: luogo di nascita, infanzia, buoni studi, buone famiglie, rapporti professionali, un’appartenenza condivisa che si trascina stancamente tra “non detti” e che il crack della banca inasprisce. Nella notte della festa, l’ondivago “parlar d’altro” è venato di tracce ambigue, complice l’alcool le relazioni sono sempre più sfuggenti sotto un manto di amicalità che scricchiola. Nella seconda parte giganteggia Gianfranco Carrer, l’anziano, potentissimo e leggendario banchiere responsabile della bancarotta, che piomba inaspettato alla festa, come provenisse dal regno dei morti. Non dovrebbe essere lì, gli invitati si pietrificano come alla vista di uno spettro. Tutti ascoltano quel che il banchiere dice, ma buona parte di loro resta sorda e attonita, una volta di più sono come impermeabili alla realtà che li circonda. La posizione di Carrer è definitiva, autoassolutoria e spiazzante. Tiene il punto, racconta la sua verità.

Festival e premi

BIF&ST – Bari International Film Festival 2021: ItaliaFilmFest

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