C'è tanto, veramente tanto. A volerlo raccontare non si sa da che parte cominciare. Si può iniziare dalla Norma. La Norma, quella degli "Album", quella degli anni Settanta, quella che alla domanda: «Norma vieni alla festa del Primo maggio?», risponde: «Sì, quando?» Anzi si parte da Rossana, la
figlia della Norma. Perché gli anni son passati e si guarda al presente e al passato più vicino. Filo conduttore i miserabili. Quelli di ieri descritti da Victor Hugo, quelli di oggi che si arrabattano tra agenzie interinali e debiti. Per la casa il mutuo, per l'auto 190 euro al mese, 55 per la cucina, 15 per lo schermo a cristalli liquidi e via di seguito.
Ecco la storia di Angelino a colloquio dalla signora dell'interinale. Bello l'ufficio con vetrine come quelle delle agenzie di viaggio. Infatti quello che offrono è un viaggio temporale nel lavoro. Ma lui, Angelino, si è messo il vestito bello, la giacca cammello del battesimo del primogenito. Lui vuole il suo lavoro, quello che ha fatto per vent'anni. Ma torna a casa con un'occupazione di tre mesi.
E poi c'è Gelmino di San Pietro di Legnago, papà socialista e mamma trevigiana. Ricorda la guerra, la liberazione e la sua gamba rotta raffazzonata da un medico dalla professionalità discutibile. Perché la sanità pubblica è una conquista recente. E poi ancora la lady di ferro, Margaret Thatcher, riappare anche il presidente attore Ronald Reagan. Si susseguono capitalismo, liberalismo, operai, manager. Tra Oriente e Occidente. Nel primo il Medioevo, nel secondo un microchip raddoppia la sua memoria ogni diciotto mesi Marco Paolini travolge il pubblico con un'ondata di due ore. Storie tante, parole ancor di più. «Perché questo non è uno spettacolo - dice Marco Paolini ad un Toniolo pieno zeppo - è un carrello della spesa: metto le cose alla rinfusa alla ricerca di un ordine». Questo è "Miserabili, io e Margaret Thatcher". Non un monologo, ma una ballata. "i Mercanti di Liquore" accarezzano con le note le sue parole. Una presenza discreta e protagonista. Veramente bravi. Lorenzo Monguzzi con chitarra e voce fa da eco all'attore. Assieme a lui la fisarmonica di Piero Mucilli e la chitarra di Simone Spreafico. Creano l'atmosfera, trasmettono emozioni, E lui Paolini, non delude. Il pubblico è entusiasta. Certo si capisce che lo spettacolo è ancora tanto e che cerca un suo percorso. Ma l'attore ha ormai abituato gli spettatori a questo suo modo di presentarsi. Dove le trame crescono e si formano in diretta sul palco. E come ha concluso Marco Paolini: «Non è finita qui, ma è stato un magnifico inizio». Proprio così.
"Miserabili - io e Margaret Thatcher" è in replica questa sera, alle 21, al Toniolo. Viste le molte richieste e le molte persone che non sono riuscite ad accaparrarsi un posto, lo spettacolo sarà ripresentato, sempre al Toniolo, per la chiusura della stagione di prosa.
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