Contro la guerra: questo il motivo dominante delle manifestazioni di oggi
MILANO
A Milano, come altrove, oggi è impossibile un 25 aprile in santa pace. Questa volta non tanto per le disoneste speculazioni revisoniste cui tocca sempre dare risposta, anche se a parlare di Liberazione dal nazifascismo sono personaggi come La Russa (un fascista) o Berlusconi (a metà tra l'Uomo Qualunque e uno storico del Cepu). Questa volta è perchè la manifestazione nazionale milanese capita troppo a ridosso di una guerra che non è certo finita e che pesa come una sconfitta per chi in questi mesi non ha mai smesso di lottare per le ragioni della pace. Sono le stesse persone che oggi saranno ancora una volta in piazza, per la difesa della democrazia nata 58 anni, e per la pace. A Milano, poi, è la prima grande manifestazione del dopo guerra (iracheno) quella che parte alle 14,30 da Porta Venezia. Difficile immaginare che sarà solo una festa, anche se in questo clima da «cancelliamo il 25 aprile» - come scrive il Prc milanese - nessuno diserterà un appuntamento attraverso cui è sempre possibile leggere un po' la storia di questa città. In piazza Duomo, intorno alle 16, tocca ai presidenti delle associazioni partigiane (Arrigo Boldrini, Aldo Aniasi e Gerardo Agostini) ricordare la Resistenza e «i valori fondanti della Repubblica italiana». Poi, prendono la parola Andrea De Maria, sindaco di Marzabotto, Savino Pezzotta, segretario generale della Cisl e Ottavia Piccolo, per un breve momento spettacolare. Senza alcuna intenzione polemica, ma solo per sottolineare un «antifascismo militante» più concentrato sul presente, un altro spezzone di corteo, partendo dalle retrovie, confluirà in piazza Duomo. E' quello che gli «Antagonisti contro la guerra» formeranno alle 12 in piazzale Loreto, con destinazione largo Donegani, sotto le finestre del consolato americano.
Ma la festa della Liberazione anche quest'anno non termina in piazza. Perché per la terza volta il gran finale è con gli Appunti partigiani, una serata speciale nel parco dell'ex ospedale psichiatrico Paolo Pini (via Ippocrate 45, info www.appuntipartigiani.it) che attira migliaia di spettatori. Non è un talk show e - se è ancora possibile immaginarlo - è il contrario di uno spettacolo televisivo. Il palco è aperto dalle 18 fino a notte per tutti gli artisti che sentono l'esigenza di esserci e di lasciare un segno in una giornata che non è come le altre. Ognuno come sa, e tra gli altri Natalino Balasso, Stefano Benni, Enrico Bertolino, Vinicio Capossela, Giuseppe Cederna, Lella Costa, Paolo Hendel, Marco Paolini, Paolo Rossi, Gabriele Vacis, Renato Sarti (che in questi giorni sta portando sulle scene lo spettacolo «Nome di battaglia Lia»), e altre sorprese che si possono seguire in diretta su Radiopopolare. L'incasso della serata (biglietto 5 euro) verrà devoluto per l'assistenza ai malati di aids di una comunità di Korogocho, il sobborgo di Nairobi dove lavora padre Alex Zanotelli.
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