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«Il nostro tempo che non riusciamo più a governare»

di Giambattista Marchetto

L'attore bellunese debutta al teatro Strehler di Milano con il suo nuovo spettacolo "Darwin Nevada" nel quale affronta i temi dei cambiamenti climatici, esistenze e migrazioni

SUL PALCO - Marco Paolini prova le scene del suo nuovo spettacolo che esordirà in questi giorni al Teatro Strehler di Milano

IL COLLOQUIO

«Noi stiamo in un tempo in cui dobbiamo raccontare l'adatta- mento. E il libro di Charles Darwin ci dice che l'adatta- mento sarà feroce. È spiacevole, è laico ed è comunque qualcosa che non è narrabile in un tele- giornale». Marco Paolini misura con cura le parole che usa per presentare il nuovo progetto "Darwin, Nevada", un processo elaborato assieme al regista scozzese Matthew Lenton che ha por- tato alla costruzione di una creazione originale che approda in prima assoluta (e in una prima forma per il pubblico) al Teatro Strehler di Milano dal 22 gennaio al 16 febbraio 2025 (info www.piccoloteatro.org). Seguendo le tracce di Darwin, sullo sfondo di una sperduta ghost town americana che porta il nome del- lo scienziato, cinque personaggi intrecciano le loro esistenze in un racconto di frontiere, sposta- menti e migrazioni, di frammen- ti di storia della scienza, di conflitti e cambiamenti in corso.

SCIENZA E ADATTAMENTO

Frutto di una coproduzione Piccolo Teatro di Milano, Teatro Stabile di Bolzano, Emilia Romagna Teatro, Vanishing Pointe Jolefilm, il lavoro vedrà sulla scena Marco Paolini con Clara Bortolotti, Cecilia Fabris, Stefano Mo- retti e Stella Piccioni, ma è frutto di un percorso di lavoro che ha coinvolto anche il paleontologo Niles Eldredge, lo storico James Moore, il filosofo Telmo Pievani, oltre a Francesco Niccolini e Mi- chela Signori. Il progetto "Darwin, Nevada" è «<un'esemplare testimonianza della vocazione dia- logica della pratica scenica spiega il direttore del Piccolo Claudio Longhi Convivono la capacità affabulatoria di Paolini, la sua perizia artigianale nel plasmare un racconto contagioso, in cui la parola vortica e danza liberamente, e il lavoro del regista Lenton, di rara suggestione visi- va, dal registro onirico, in bilico tra drammatico e post-drammatico».

La collaborazione ha funzionato - dichiara Lenton - «perché ho percepito la grande apertura e curiosità di Marco, che mi è ap- parso come un bambino davvero intelligente e questo ha creato il terreno comune per lavorare aprendo le sue storie al mondo visuale su cui lavoro». Il lavoro è centrato su Darwin e tocca i temi

caldi che intersecano il futuro del pianeta e dell'umanità sul pianeta. «L'adattamento è l'unica cosa che ci resta-chiosa Paolini - dato che siamo economica- mente e politicamente incapaci di applicare la mitigazione che ci raccomandano gli scienziati. Questo è un tempo in cui le cose stanno cambiando velocemente e noi siamo il motore del cambia mento, ma non riusciamo a go- vernarlo perché non riusciamo a frenare».

SONO STATI COINVOLTI IL FILOSOFO TELMO PIEVANI, LO STORICO JAMES MOORE
E IL PALEONTOLOGO NILES ELDREDGE

LA REALTÀ

Non servono le dichiarazioni (ei primi atti) del neoeletto presi- dente Trump per capire come sia difficile cambiare la strada su cui siamo. E allora serve proprio l'adattamento, "quello di cui par- la Darwin nel suo libro scritto 170 anni fa-aggiunge l'artista veneto - nel quale racconta come ogni specie interagisce con le al- tre e come sia difficile rendersene conto. In quel libro si parla di clima ogni due pagine e ci indica che l'adattamento sarà crudele, ne faranno le spese molte delle cose a cui siamo affezionati». Detto questo, non sarà uno spettacolo didattico o moralistico, di quelli col dito alzato che racco- manda sostenibilità e buone pratiche.

«Noi volevamo fare teatro d'evasione di massa, perché questa specie di rassegnazione mi opprime», precisa Paolini. Ecco allora che il primo spoiler è di quelli che non ti aspetti. «Posso solo dire che ammazziamo Darwin, letteralmente -attacca il drammaturgo - e che partiamo da fatti di cronaca per costruire una narrazione fantastica che si avvale del linguaggio visivo di Matthew e dei corpi dei miei compagni in scena. Abbiamo costruito la vicenda nella cittadina mineraria di Darwin, in California, calando il Charles Darwin nell'America di oggi». In tutto questo c'è, sì, la narrazione di Paolini. «Racconto il minimo sindacale», scherza l'attore, che in scena fa da contraltare alla parte visuale.

https://www.ilgazzettino.it/schede/marco_paolini_darwin_nevada_teatro_strehler_milano-8608344.html

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