Torna il teatro civile di Marco Paolini. Due spettacoli a giorni alterni, dal 3 al 15 dicembre, per raccontare la storia del Petrolchimico e la tragedia del Dc9 Itavia precipitato nell'80.
ROMA - Le ultime vicende di Porto Marghera sono cronaca di questi giorni: ancora un'esplosione e una nube tossica, l'allarme alla popolazione invitata a chiudersi in casa sigillando porte e finestre. L'impianto petrolchimico alle porte di Venezia ha però una storia lunga e costellata di vittime, una storia di interessi industriali e morti per cancro che è stata anche al centro di un'inchiesta della magistratura. Paolini la percorre tutta, sin dal 1917, anno in cui il Conte Volpi di Misurata avviò la costruzione del nuovo porto di Venezia, destinando l'area di Marghera a quell'uso industriale che rappresentava allora l'essenza stessa delle parole "futuro" e "sviluppo economico". Lo fa con la consueta determinazione a scavare nei fatti in cerca della verità e con quella sua capacità di mantenere sempre alto il livello di attenzione del pubblico.
Nello stesso modo parla del DC-9 precipitato ad Ustica nell'80 con 77 passeggeri e 4 membri d'equipaggio a bordo, e di tutti i depistaggi e le inconfessabili vicende militari e politiche che stanno dietro alla tragedia. E' un teatro-inchiesta il suo, che indaga la realtà e ne porta a galla gli aspetti più oscuri, un teatro che informa oltre ad emozionare, come fu per la celebre pièce sul disastro del Vajont. "Purtroppo però - ammette Paolini - la sensazione di poter vendicare un sopruso, di salvare dall'oblio, non basta. Agli italiani l'indignazione dura meno dell'orgasmo e poi gli viene sonno. Bisogna invece che certi sentimenti contribuiscano a creare una duratura consapevolezza".
Nel corso della sua permanenza all'Ambra Jovinelli l'attore ha deciso di alternare i due spettacoli "Parlamento chimico-storie di plastica" e "I-tigi racconto per Ustica". "Ho pensato - spiega Paolini - che fosse un buon modo per non addormentarmi, per tenere sempre alto il livello di attenzione". "I-Tigi. Racconto per Ustica", che prende il nome dalla sigla aeronautica dell'aereo, è stato scritto da Paolini nel 1999 insieme a Daniele Del Giudice in occasione del ventennale della strage, su proposta dell'Associazione che riunisce i familiari delle vittime. Allora nello spettacolo trovavano posto anche le canzoni di Giovanna Marini, non presenti nella nuova versione. "Avemmo pochissimo tempo, perchè c'era la scadenza dell'anniversario, era una sfida e il risultato arrivava solo fino ad un certo punto. Così un anno dopo ho ripreso il testo in mano e ho ricominciato a farlo senza i canti di Giovanna". Ma anche senza musica Paolini le canta lo stesso sonoramente, attraversando storie italiane che tutti dovrebbero conoscere e da cui c'è molto da imparare, perché senza memoria siamo tutti meno liberi.
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