CASTIGLIONCELLO. E' iniziato mercoledì sera alle Spiagge Bianche, con il mare battuto dal libeccio, la traversata nelle acque del teatro contemporaneo di «Inequilibrio». Di fronte a circa 400 persone il timoniere Marco Paolini ha levato l'ancora con «Appunti Foresti», un viaggio tra la terra e il mare della laguna veneta, a costruire una nuova mappa che restituisca una Venezia lontana dal suo mito. Un viaggio insieme a Campagne, per conoscere gli angoli di una città fuori dai percorsi turistici dei giapponesi lanciati verso San Marco. Con la sua inconfondibile maestria di narratore Paolini parte all'alba, a bordo di una chiatta-mototopo che porta generi alimentari per sostentare la città che galleggia sull'acqua, con gli zoccoli dei palazzi corrosi e gli yacht davanti agli alberghi di lusso. Come un novello Marco Polo, con quella voglia di altrove che spinge la gente della laguna a partire per scoprire altri mondi. Quella che prende corpo è una città senza cantine, appesa alle piene e alle secche, con i fondaci delle nazioni che rivelano una antica potenza dei mari.
Ma dove Marco Polo oggi è un aeroporto e il primo incontro con la città si fa con il parcheggiatore abusivo del Tronchetto, per proseguire in un percorso a tappe forzate dove si consuma tutto - paesaggio, musei, souvenir, calli e ponti - senza fermarsi a conoscere niente.
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