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Il Tirreno (Teatro) – Il lucido racconto di Paolini inchioda la platea degli Animosi

CARRARA. Teatro Animosi tutto esaurito per lo spettacolo di Marco Paolini "I-TIGI racconto per Ustica" in scena nell'ambito della rassegna "la memoria del presente" a cura della Accademia Perduta Romagna Teatri con testi scritti dallo stesso Paolini e da Daniele Del Giudice.

Uno spettacolo fuori da ogni canone, senza scenografia, senza costumi, senza musiche. In sala luci basse ma mai spente, un silenzio assoluto rotto solo da qualche risata e da pochissimi applausi che seguono alcune battute. A Paolini serve solo una cartina dell'Italia su sfondo nero e, per due ore e mezza, quasi senza interruzioni, racconta una storia che, anche se l'autore cerca di alleggerire con un po' di ironia e di ilarità, resta una tragedia ancora non chiarita, almeno ufficialmente. Il DC9 Itavia precipitò nel mare di Ustica la sera del 27 giugno 1980 mentre il basso Tirreno era teatro di esercitazioni militari. Morirono 81 persone, tra cui 13 bambini e 4 membri dell'equipaggio.

"Non voglio che lo spettacolo susciti indignazione perché quella dura poco, preferisco la lucidità perché resta" dice Paolini in un passaggio. Una storia sporca, fatta di depistaggi, di omissioni, di tracciati radar scomparsi, di tabulati nascosti, di testimoni o addetti ai lavori morti in circostanze misteriose, di persone che hanno visto ma non parlano, di testimoni che si trincerano dietro i "non ricordo" o si avvalgono della facoltà di non rispondere; indagini della magistratura intralciate con ogni mezzo. Una storia i cui protagonisti sono portaerei americane, aerei Nato, Mig libici che cadono in Sila, radiofari spenti proprio nei minuti della tragedia, aerei che volano con il trasponder spento, e in mezzo l'ignaro DC9. La caduta di un aereo che per troppi anni si è voluta imputare ad un cedimento strutturale o da una esplosione interna causata da una bomba, perché la verità non doveva venire fuori. Paolini è molto documentato, racconta tutti gli aspetti della vicenda, ricorda quanti fatti di portata nazionale e internazionale sono accaduti in quel 1980 e conclude: "I-TIGI siamo noi ogni volta che voliamo!"

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