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"La chiusura del ghetto"

Volto oscuro di un nordest descritto dai media come razzista e afflitto dalla criminalità straniera, via Anelli è stata per anni molto più che una strada cittadina. Luogo simbolo della Padova del muro, delle ronde e dello spaccio è in realtà uno dei posti più immaginati e meno conosciuti del Veneto e d’Italia.
Marco Segato, regista padovano, ha cercato invece con il docu-film Via Anelli. La chiusura del ghetto, prodotto dalla Jolefilm e in presentazione martedì 2 dicembre, alle 21, al Multiastra, alla presenza di Marco Paolini, di raccontare le mille verita di questo quartiere ghetto, mescolando le voci e i volti degli immigrati che lo hanno abitato all’azione e ai commenti degli operatori impegnati, tra il marzo 2005 e il luglio 2007, nello sgombero del Complesso Serenissima. "L'idea di un documentario su Via Anelli è nata all’inizio del 2005" spiega Segato - quando sono venuto a conoscenza del progetto di riqualificazione avviato dal Comune di Padova. La mia curiosità nei confronti di quel luogo è sempre stata forte, ma come la maggior parte dei padovani anch'io
mi ero guardato bene dall'entrare in quella piazza circondata da condomini fatiscenti che i mezzi d'informazione dipingevano come "Il Bronx di Padova", "La casbah della droga", una sorta di banlieue nostrana abitata unicamente da clandestini e spacciatori». Dai contorni e dalla sfumature diverse è la realtà con cui si confrontano Segato e la troupe chiamati a filmare la vita di ragazzi con storie difficili, operai generici, turnisti, precari senza un posto migliore dove andare e spesso con una famiglia da mantenere. Le telecamere non si soffermano così sullo stereotipo di sempre abbinato al caso di Via Anelli: spaccio, prostituzione, condizioni igieniche e abitative inaccettabili. Al di là del degrado sul complesso delle palazzine della Serenissima si scorge l’umanità, il lato meno mediatico della vicenda. «Ho pensato che il progetto di riqualificazione poteva essere l’occasione per raccontare questa "normalità" vista in un momento di cambiamento, un modo per scalfire lo stereotipo ribadito negli anni e mostrare ai padovani qualcosa che per troppo tempo avevano preferito non vedere». La proiezione sarà replicata il 3 dicembre, seguita dal concerto di Ethelbert con i Ziliota Roots.

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