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La Repubblica (Bari) – La memoria e la denuncia

Paolini: porto in scena vent'anni di omertà

Un tavolino, una cartellina piena di fogli, una piccola lavagna con l'Italia disegnata in bianco, jeans, camicia, microfono e lui che parla. Dice di Ustica. Ustica significa ustione, bruciatura, e infatti brucia da ventidue anni. Marco Paolini si presenta con un pezzo di storia nazionale, un cadavere di storia non seppellito, proprio come nelle tragedie greche. La tragedia raggrumata in racconto si intitola "ITIGI". Ripercorre la vicenda del DC9 Itavia abbattuto da un missile nel cielo fra Ponza e Ustica la sera del 27 giugno 1980, mentre attorno si inseguivano Phantom americani e Mig libici che giocavano al gatto con il topo. A rimetterci, ottantun cittadini: sessantaquattro adulti, tredici bambini, quattro componenti dell'equipaggio.

Con i suoi "TIGI", che sembra il nome di un antico popolo italico, Paolini arriva in Puglia per la prima volta. L'appuntamento è per giovedì 4 aprile alle 20,15 (sipario 20,45, info 0883.332.522) nella chiesa Sant'Antonio a Barletta. Se scegliete di andarci, parteciperete a un'orazione civile. Per due ore e tre quarti non vi accorgerete che il tempo passa e vi sentirete comunità. Una comunità in ascolto e in ricordo. Protagonisti di un'azione drammatica che non ha fine, dura da più di vent'anni e chissà per quanti ancora rimarrà sospesa. Senza colpevoli. Soltanto vittime, con la verità accertata, ma senza giustizia.

È forte il senso di comunità, di appartenenza, davanti a Marco Paolini monologante che si rivolge agli spettatori con l'appellativo "cittadini". Tutto il pubblico lo chiama "cittadini". È teatro di memoria e di denuncia, il suo, ricavato dalle cinquemila pagine della sentenza di rinvio a giudizio per 28 militari dell'Aeronautica che hanno visto, omesso e occultato. La sentenza, depositata nel novembre del 1999, è firmata dal giudice Rosario Priore. Il testo è composto da Daniele Del Giudice insieme con Paolini. Due anni or sono è stato un evento teatrale a Bologna e a Palermo, trasmesso anche in televisione. Allora era un "canto", con le musiche di Giovanna Marini e il suo quartetto; ora è diventato un "conto", un conto da saldare, un'affabulazione con il "narrattore" solo in scena a far da testimone, da guida, da Caronte e da Virgilio nella discesa agli Inferi.

Ehi, cittadini, dunque. E il racconto comincia. Il "narrattore" avverte: «Non sono qui per farvi indignare. L'indignazione è facile, immediata, e si dimentica subito. Dopo un minuto passa, che cosa rimane allora? Voglio che si rifletta, che si torni a casa avendo voglia di pensare a ciò che è successo, voglio che si ritrovi la forza di porsi e di porre delle domande». Poi modula la voce a seconda del bisogno: come carezza o come frustata. Distribuisce paure e rabbie. Sa far sorridere, scatenare liberatorie risate e poi tornare di colpo al punto urticante, alla ferita. Gli basta una pausa, un silenzio, e sei di nuovo sul cielo di Ustica, quella sera d'estate, tra Bologna e Palermo, a bordo del DC9 la cui sigla di riconoscimento è ITIGI: la prima "I" sta per Italia, il resto con lo spelling suona Tango India Golf India.

Paolini legge gli atti e i tabulati sequestrati, decifra i tracciati radar, riferisce le registrazioni telefoniche e quelle radio. Il suo racconto dà continue informazioni. Riporta a quegli anni, ai depistaggi, all'omertà, alla situazione internazionale, al Muro di Berlino, al doppio gioco della politica italiana, alle debolezze di Jimmy Carter, al boicottaggio delle Olimpiadi di Mosca, all'Iran, a Francesco Cossiga e Giulio Andreotti, al colpo di stato in Libia, alla morte di Tito, alla Cia, alla Francia, all'Afganistan che anche allora si trovava nei titoli dei giornali. Con le parole, i toni, gli sguardi e i silenzi ti costruisce davanti agli occhi un puzzle. Lì dentro è nascosta la verità. Tocca a te trovarla.

LA VICENDA

era un cedimento o un missile?

Il DC9 dell'Itavia in volo da Bologna a Palermo si inabissò al largo di Ustica la sera del 27 giugno 1980: per lungo tempo si volle far credere che l'incidente fosse stato provocato da un cedimento strutturale. Poi spuntò l'ipotesi del missile.

il giudice accusa "atto di guerra"

Le indagini condotte dal giudice Rosario Priore hanno portato sul banco degli imputati nove tra ufficiali dell'Aeronautica ed esponenti dei servizi segreti per quello che nella sentenza di rinvio a giudizio è stato definito "un atto di guerra".

il 'muro di gomma' di marco risi

Prima del lavoro teatrale di Daniele Del Giudice e Marco Paolini il regista Marco Risi aveva ricostruito sul grande scherma i fatti di Ustica nel film "Il muro di gomma", interpretato da Corso Salani.

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