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La Tribuna di Treviso – Paolini e Balasso a Giavera

«Qui comincia la Resistenza»

«Dove sono le bandiere della pace? Nei cassetti?». Così Marco Paolini si diverte a provocare il suo popolo. In tremila l'altra sera si sono riuniti sotto la tensostruttura della festa multiculturale "Ritmi e danze del mondo" a Giavera per un viaggio teatrale, musicale e comico con Natalino Balasso e la band "I Mercanti di liquore" insieme, naturalmente a Paolini. Il popolo risponde con applausi, entusiasmo. E l'attore alla fine esprime il suo ottimismo: «Evidentemente a Treviso la politica non è tutto. E' una parte della vita ma non la copre tutta. Anche nella Marca la vita non è brutta, perché ci sono persone come questo pubblico che fanno di tutto per non sentirsi sole». Il problema dello spreco d'acqua è il "leit motiv" dello spettacolo, insieme alla tragedia dei migranti che attraversano il mare. «Tra i fiumi che non arrivano al mare - denuncia Paolini- c'è il Colorado, l'India e ora anche il Piave. Complimenti per il record mondiale. Sarà l'acqua la guerra possibile nel nostro futuro». La presenza sullo stesso palcoscenico di Balasso ha aperto sorprese inedite allo spettacolo. La sua verve comica non perdona nessuno, neppure lo stesso Paolini che chiama in causa dal palco: «Quell'attore che non sale sul palco se non ha una tragedia da raccontare». Paolini apre lo spettacolo disseminando alcuni nomi: i "morti per acqua", a decine in questi giorni nel Mare Mediterraneo. Il tema dell'acqua si intreccia con la guerra. «Pace non vuol dire quieto vivere», rilancia Paolini invitando a riappendere le bandiere ai balconi. Il filo lieve dello spettacolo lascia presenti, sullo sfondo, le cause dell'incontenibile migrazione dei disperati. Balasso interagisce e interrompe a modo suo. Prende di mira la tv, i telegatti con Gino e Michele (gli unici comunisti che camminano con le pattine in casa), l'Inter, i turisti fai da te... Applausi e risate. Il successo del festival è consolidato da più di 15 mila visitatori e dal lavoro di oltre 250 volontari di associazioni locali e di immigrati. «E' un segnale - commenta Paolini- Qui c'è una Resistenza che si costruisce».

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