Dopo La macchina del capo, con ITIS Galileo pensavamo di risederci tra i banchi di scuola insieme a Marco Paolini e ritrovarlo, scolaro un po' cresciuto. E invece sì. E no. Perché questa volta Paolini ha deciso di sposare il pensiero libero, sì ma prudente, eppure determinato a scompaginare le carte, a sovvertire l'ordine costituito e la tradizione. Come? Mescolando il suo solito veneto (la lingua madre), il teatro di narrazione con fatti, date, numeri e nomi, e poi la commedia dell'arte, la libera associazione, il suo sapere - e quello che non sa; il sapere dei libri, la fisica, la matematica, l'astronomia e l'astrologia e perché no anche la storia e la filosofia, o più precisamente Aristotele e Platone, e Willy il Coyote - massimo teorico della «petra che sale e poi se' ferma, perché se' ferma, prima di ricadere giù, ché cade perché vuole tornare al suo posto». In scena al Teatro della Corte fino a domenica 12 febbraio 2012, lo spettacolo ha già quasi segnato il tutto esaurito - in sala si vede ad occhio nudo e dire che la Corte, tra platea e galleria, fa 1.014 posti.
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