Sani è un’espressione usata per dare il saluto ai piedi delle Alpi, nella valle del Piave.
E’ un augurio, una benedizione, un viatico.
(Marco Paolini)
Un Marco Paolini in ottimo stato di forma ha portato al Cristallo di Bolzano il suo “Sani! – Teatro tra parentesi” creato con l’esplicito intento di “far star bene le persone in questi tempi difficili, fare in modo che il metro di distanza sociale tra noi si accorci” .
Sullo sfondo di un grande ed emblematico castello di carte e accompagnato da Lorenzo Monguzzi, ma non da Saba Anglana (assente per motivi di salute), Paolini ha celebrato l’ottimismo della volontà senza dimenticare il pessimismo della ragione.
Sulle note de “Il dolce paese” di Sergio Endrigo dove “chi sbaglia non paga le spese”, lo spettacolo ha preso le mosse dai rischiosi effetti dell’antropocene e del riscaldamento globale per proseguire lungo un classico itinerario “paoliniano”.
Un viaggio nella memoria collettiva e nei ricordi personali dell’autore, che parte dall’incendio del cinema Statuto di Torino, una strage che ha radicalmente cambiato i luoghi dello spettacolo in Italia, per spiegare come Paolini si sia imbarcato in una delle imprese più folli della sua carriera: organizzare uno spettacolo di Carmelo Bene all’interno di un tendone da circo all’ex Foro Boario di Treviso.
Era il 1983, lo stesso anno in cui Stanisláv Evgráfovič Petróv tenente colonnello dell’Armata Rossa, ha evitato la Terza Guerra Mondiale riuscendo a identificare un falso allarme missilistico, ritardando e annullando l’inevitabile risposta sovietica. Un intervento umano che ha impedito una catastrofe innestata da un errore tecnologico.
Allo stesso modo, Paolini ritorna al terremoto del Friuli del 1976 per descrivere la capacità di reazione di una donna che, di fronte alla tragedia, ha saputo condividere con gli altri quel poco che le restava e su questo ha fondato la ricostruzione della propria casa e della propria vita.
“Sani!” conferma l’abituale capacità di Paolini di cogliere precisi momenti del passato in grado di spiegarci il presente e sfrutta il periodo pandemico per mostrarci quanto il nostro stile di vita sia appeso a un filo sottile, senza, però, dimenticare le innate capacità acrobatiche di cui siamo in possesso.
Abilità che rischiano di rivelarsi totalmente inutili se non iniziano a confrontarsi concretamente con l’ambiente che ci circonda, un atteggiamento di “lesa realtà” che rischia di farci precipitare.
di Massimiliano Boschi
Qui l'articolo completo: https://www.altoadigeinnovazione.it/sani-marco-paolini/
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