tratto

ADRIATICO

1987
liberamente ispirato a LE PETIT NICOLAS di René Goscinny
sceneggiatura e testi di Marco Paolini, Gabriele Vacis, Laura Curino, Lucio Diana, Antonia Spaliviero, Mariella Fabbris, Roberto Tarasco, Adriana Zamboni
con Marco Paolini
regia Gabriele Vacis
scene Lucio Diana
scelte musicali Roberto Tarasco
produzione Laboratorio Teatro Settimo

dal 1992 riallestimento dello spettacolo per GLI ALBUM DI MARCO PAOLINI
produzione e distribuzione MOBY DICK – Teatri della Riviera
(durata 70’)

Adriatico

Gli Album

Cosa sono gli Album?

Sono storie brevi per imparare a raccontare storie.
Sono un teatro didattico nel senso che sono progressivamente più complessi ed esigono esperienza e tecnica di narrazione via via maggiori.
Sono di durata compresa tra una e due ore.
Lo stesso gruppo di personaggi passa da un ALBUM all’altro in una sorta di romanzo di iniziazione; tuttavia ogni storia (ogni spettacolo) sta per sé e può essere visto separatamente dagli altri quattro.
Sono composti tra il 1987 e il 2003.
A ciascuno hanno collaborato per la scrittura e per la realizzazione persone diverse con i propri racconti e ricordi, GLI ALBUM non hanno quindi un unico autore e non sono autobiografia, ma biografia collettiva.

La Storia

ADRIATICO è un racconto in cinque episodi.
Nel primo il protagonista, Nicola, apprende con sgomento che le sue vacanze non saranno come quelle degli anni precedenti; la novità è che i genitori hanno deciso di mandarlo in COLONIA.
Nel secondo si racconta l’epica avventura della partenza: i faticosi preparativi e il traumatico distacco dal binario 11.
Nel terzo si conoscono, in uno scompartimento affollato, i futuri compagni di colonia di Nicola e la prorompente signorina Susanna, vigilatrice della squadra n. 3.
Nel quarto e quinto episodio c’è l’occasione per vendicare, almeno nel ricordo, tutto quello che la mia generazione ha subito in mesi di colonie marittime e montane.

Note d'autore

Esistono due versioni di ADRIATICO.
La prima ha anche una scenografia, belle luci, oggetti di scena tra cui un bellissimo trenino scala 1:32 (cioè grande!) rubatoci nel 1991 dal furgone posteggiato a fianco a un teatro. Dopo il furto mi è venuta voglia di togliere tutto, via la scena e luci fisse.
Rispetto al primo ADRIATICO ci sono meno suggestioni, scompare il personaggio di Nicola adulto che racconta di sé bambino al figlio Mirko e resta solo il narratore che si rivolge al pubblico introducendo i propri racconti autobiografici con parti a soggetto in forma di monologo.
ADRIATICO è nato prima degli ALBUM, la sua evoluzione rispecchia la mia presa di coscienza graduale delle potenzialità e della padronanza delle tecniche di narrazione che permettono di fare a meno di ogni altro elemento scenico, resta il corpo e la parola.
In realtà la forma degli ALBUM cambierà ancora, provando ogni volta soluzioni di spazio e di luci diverse.
Grande sarà il cambiamento dettato dall’uso del microfono. Il radio-microfono prima a clip, pinzato sulla maglia e poi ad archetto, bloccato vicino alla bocca permetteranno di cambiare il modo di usare la voce in scena; un artificio che ho accettato senza riserve, dopo qualche resistenza iniziale, perché permette un uso di mezzi toni e bassi volumi molto interessante per la voce, allevia notevolmente la fatica di un lungo monologo e facilita la costruzione delle molte voci di personaggi presenti a volte nel racconto come nel frammento che segue.

Frammenti di testo

…C’era uno che si chiamava Robertino che piangeva sempre e che voleva tornare a casa da suo papà e da sua mamma, allora un altro che si chiamava Gian Andvea, con la erre moscia perché era ricco, gli ha detto che ‘non eva altvo che una femmina’ e quello che si chiamava Robertino gli ha mollato una sberla che si sono messi a piangere tutti e due, specialmente dopo quando la signorina Susanna gli ha detto che se non la piantavano andavano a fare il resto del viaggio in piedi in corridoio tutti e due…che toga la signorina Susanna!
E poi il primo di noi che ha tirato fuori da mangiare dalla valigia ha fatto venire fame a tutti quanti: quello che si chiamava Gian Andvea ha mostrato la valigia tutta piena di cremi frutto Altea e fruttini di marmellata Zuegg, poi ne ha tirati fuori sei, uno di marmellata rossa, uno di marmellata gialla, uno di marmellata verde, uno di marmellata rosa, uno di marmellata bianca, uno di marmellata blu … blu? Poi ha detto che gli dispiaceva tanto ma che ‘lui non poteva pvestavne a nessuno pevché suo papà e sua mamma gli avevano pvoibito di pvestave agli altvi le sue robe’.
Alla parola mamma quello che si chiamava Robertino ha tirato fuori dalla valigia un panino con la cotoletta grande così che gli ricordava tanto la sua famiglia e uno grosso, ripetente di colonia, che si chiamava Mario gli ha detto che se voleva farsi passare i brutti ricordi lo aiutava lui a mangiarselo e per mostrare che scherzava mica ha tirato fuori dalla valigia una Simmenthal nuova, formato famiglia, l’ha aperta con la sua chiave tipo antico e l’ha succhiata tutta d’un colpo senza neppure farci vedere i denti noi siamo rimasti tutti molto impressionati allora il tipo che si chiamava…

Foto

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