Telmo Pievani, da Con-Vivere a Rai Tre

Il filosofo da domani sarà protagonista in prima serata con l’attore Marco Paolini in tre puntate sull’ambiente e sul futuro del pianeta.

Dal palcoscenico di Con-Vivere alle telecamere delle Rai. Il direttore artistico dell’ultimo festival della filosofia, Telmo Pievani, sarà con Marco Paolini su Rai 3 da domani con "La fabbrica del mondo" alle 21,45. Con la regia di Marco Segato insieme in uno spettacolo teatrale e televisivo in cui il racconto di un mondo artificiale che rischia di sopraffarci ci porta a riflettere su come e quanto sia importante cercare nuove direzioni per arrivare al punto di non ritorno. Tre episodi settimanali in cui il filosofo e l’attore discutono del presente e del possibile futuro del nostro pianeta insieme ad autorevoli ospiti, tra loro Laura Airoldi, Alex Bellini, Noam Chomsky, Andri Snær Magnason, Barbara Mazzolai, Mariana Mazzucato, Loretta Napoleoni, Naomi Oreskes, David Quammen, Mariella Rasotto, Daniele Zovi. Tre puntate dal titolo evocativo, Pipistrelli & virus; Il peso delle cose; Antenati & figli in cui si racconta come nell’ultimo secolo il mondo artificiale sia raddoppiato ogni vent’anni fino ad arrivare al momento attuale in cui il peso dei manufatti ha superato quello delle forme di vita. Artificialità che si porta dietro un costo importante nel bilancio della vita del pianeta, costo del quale siamo arrivati ad essere consapevoli con colpevole ritardo nonostante gli allarmi lanciati dalla comunità scientifica. Nel corso dello spettacolo viene affrontato anche un tema scottante, quello dell’Agenda 2030 che declina in maniera netta gli impegni che devono essere inderogabilmente presi per non superare il punto di non ritorno e che saranno con ogni probabilità disattesi. Sordi alle sirene di allarmi che suonano sempre più di frequente fuggiamo davanti al lupo, ma accettiamo come inevitabili i cambiamenti provocati dal riscaldamento globale e dallo sfruttamento senza controllo delle risorse del pianeta che continuiamo a pensare inesauribili. "La Fabbrica del mondo – si legge nella presentazione del programma –, che per millenni ha garantito la sopravvivenza dell’essere umano, ora si è inceppata, tocca fare una gran manutenzione per ripararla, per salvare quel presente che lentamente si disfà sotto i nostri occhi e immaginare un’idea di futuro che non sia la ripetizione del presente. Raccontare l’Agenda 2030 come la costruzione di quella cattedrale che non saremo noi a vedere ma i nostri pronipoti, far comprendere l’animo che c’è in quell’impegno sancito dall’Onu, usare l’arte, le sue forme, le sue parole per tirar fuori quell’animo è la risposta dalla Fabbrica del Mondo all’invito delle tante voci della scienza (e non solo) che denunciano il disastro verso il quale siamo lanciati, ma che restano inascoltate".

di Silvia Landi