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LA PROVINCIA DI CREMONA – QUANDO BACH PRENDE IN CONTROPIEDE

CREMONA - È solo un problema di aspettative non corrisposte, come quando in agenzia ritiri dei depliant patinati che prefigurano alberghi a cinque stelle e poi invece trovi stamberghe dove lo sciacquone non va, il rubinetto perde le finestre spifferano e il letto (di quello che sta nella stanza sopra) cigola. Ieri sera al teatro Ponchielli un pubblico numeroso è stato invitato dall'Enel per ascoltare il capolavoro dei capolavori di Bach, l'Offerta Musicale nell'esecuzione dell’Ensemble dell'Accademia Nazionale di Santa Cecilia diretto da Mario Brunello; invece non è successo nulla di tutto questo. Marco Paolini invece c’era, e ha fatto se stesso. In pratica lo spettacolo ha giocato a stravolgere lo status quo: Bach è stato rivoltato come un calzino, Brunello - violoncellista tra i migliori d'Italia - ha fatto «solo» il direttore e ha dimenticato a casa il suo Maggini, Paolini ha preso in giro il mondo della pubblicità per non cadere nel solito antiquato, scontato, ossequioso spot all’azienda sponsor della serata.
I primi, va da sè, a ridere sono stati quelli dell'Enel, rappresentati in sala dal pierre Alfredo Lomi, che prima dello spettacolo è salito alla ribalta per salutare e ringraziare il pubblico assieme al sindaco Gian Carlo Corada. Che alla vigilia non avessimo capito nulla di quanto avremmo visto (e sentito) ieri lo ha sottolineato anche Paolini gratificandoci di una citazione che aveva il sapore dello sfottò: «Cosa sia l'Offerta Musicale.. ce l'ha spiegato oggi Codazzi sul giornale...», come dire: «Che barba...». In effetti che Brunello e Paolini proponessero tutt'altra cosa lo si e capito subito dopo l'intonazione del Thema Regium, quando l'Ensemble ha mutato la fuga bachiana nella musichetta del Carosello tivù. Com'è noto Bach ha strumentato solo alcune sezioni dell'opera, tant'è che Brunello - al bando l'integralismo -si è sbizzarrito inserendo anche percussioni come il vibrafono, chitarra e basso elettrico e archi suonati con tecniche non sempre ortodosse. Una concertazione che ha dato un sapore jazzistico ad alcuni canoni, mentre la Sonata a tre che sta al centro dell'Offerta ha assunto un'atmosfera piuttosto soporifera. Ma a dare una scossa - lo sponsor lo imponeva - ci ha pensato Paolini, il cui rush finale è stato un crescendo di ironia e intelligenza. Morale della favola: Bach è un'altra cosa ma lo spettacolo era gratis e alla fine tutti gli spettatori sono stati omaggiati dall'Enel di una lampada a basso consumo di quelle che in negozio costano una cifra.

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