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La Repubblica (Genova) – Paolini, raccontare e non stancare

Paolini, raccontare e non stancare
La Corte premia la ricetta-London
La corsa all'oro del Klondike alla base dei tre racconti che l'autore porta in scena nello spettacolo di apertura dello Stabile. Qualche lentezza, ma la risposta è calorosa

Il Teatro della Corte ha inaugurato la stagione 2013/2014 ospitando la “Ballata di uomini e cani” che Marco Paolini ha tratto da alcuni racconti dello scrittore statunitense Jack London, oltre che dalla propria stessa ammirazione per uno scrittore girovago la cui scrittura è chiaramente nelle sue corde.  Prendendo come sempre spunto dalla tradizione degli affabulatori, questa volta Paolini tralascia le vicende autobiografiche, politiche o di cronaca pura e ritorna al racconto di viaggio portando in scena le avventure scritte e vissute da London cent’anni fa. E lo fa in maniera attraente, coinvolgendo l’intera sala, attenta e affascinata dal linguaggio immediato e poetico del bravo narratore. Le vicende di “Macchia”, “Bastardo” e “Preparare il fuoco” alternano toni umoristici a situazioni nella sostanza drammatiche, per lo più accompagnate da musiche originali o sonorità folk restituite dalla bella voce di Lorenzo Monguzzi.

Alla base dei racconti sta la corsa all’oro del Klondike, sul confine tra Canada e Alaska, luogo di solitudine, dove emerge con più spietata chiarezza una estremizzazione dei rapporti tra uomo e cane, tra uomo e natura, tra uomo e morte. Le storie che Paolini carica di battute e di mimi, sono nel fondo storie crudeli, in cui la mancanza di pietà sembra naturale in un ambiente ostile e mortale come i ghiacci del nord. I toni al solito caustici e taglienti del narratore sono ancora una volta adatti a vivacizzare piccoli racconti la cui teatralizzazione è sempre a rischio di noia. Verso fine prima parte e per tutta la seconda, questo rischio emerge ma non sovrasta l’impeto convinto di Paolini né l’adesione calorosa di una sala strapiena.

La corsa all'oro del Klondike alla base dei tre racconti che l'autore porta in scena nello spettacolo di apertura dello Stabile.

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