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‘Antenati’ e ‘Sani’, in scena un doppio Paolini

L’attore sarà a Longiano stasera con il suo monologo sull’evoluzione e a Cervia il 17 con il nuovo spettacolo: «È un antidoto alla pandemia».

Stasera alle 21, al teatro Petrella di Longiano, l’attore, regista e drammaturgo Marco Paolini presenta al pubblico il suo nuovo lavoro ‘Antenati’, spettacolo di narrazione che indaga l’evoluzione della nostra specie e trasforma in storie la deriva che rischia l’umanità, responsabile di danni irreversibili al pianeta, e alla propria esistenza. Un teatro civile quello di Paolini che non ha la presunzione del predicozzo, né vuole trasformarsi in incubo, ma suscitare riflessioni tra passato e futuro, entrando in sintonia col pubblico.

Paolini, un viaggio alle origini dell’umanità?
«Sì, che faccio compiere ai miei avi. Fortemente immaginario, ma non distopico. Alla luce delle nuove conoscenze nel campo della genetica e della biologia, con una esposizione anche divertente, cercherò di dare al pubblico nuove informazioni, suscitando una reazione che non sia quella di subire passivamente un ineluttabile disastro umano e ambientale, quanto stimolare una reazione che ci salvi dall’estinzione. La storia dell’evoluzione sia fisica che culturale dell’Homo Sapiens è passata attraverso la capacità di affrontare mutamenti climatici e fronteggiare i pericoli con il raziocinio, che viene immediatamente dopo la prima istintiva reazione di paura, quella che salva».

L’idea nasce per caso dal periodo storico che stiamo vivendo: il dramma delle immigrazioni e i confini fisici che cerchiamo di stabilire tra simili?
«Certamente la realtà ci mette davanti alle tante incongruenze dell’umanità che non si riconosce nell’altro, ma non sono papa Francesco né Greta Thunberg: voglio dire che non alzo il ditino, non do lezioni a nessuno, io che ho la macchina diesel, e mangio pane e salame. Concreto sarebbe il rischio di banalizzare questioni etiche, suscitare fastidio e imbarazzo.  Non filosofeggio, né adopero il monologo e il solipsismo, piuttosto fornisco tasselli di conoscenza coinvolgendo il pubblico».

Lei non è alla prima rappresentazione eppure, definisce ‘Antenati’ in divenire.
«Una serie di incontri pubblici durante l’estate mi hanno permesso di arricchire il mio album narrativo, ancora aperto a nuovi spunti di riflessione. Prima di questo spettacolo a Longiano ho dato vita a dialoghi in scena tra me e lo scienziato Telmo Pievani, filosofo ed evoluzionista, in un’alternanza di domande e risposte, dubbi e spiegazioni. Io incarnavo l’individuo qualsiasi, con le sue curiosità, mentre lo scienziato-filosofo forniva le risposte, forte delle conoscenze più recenti, senza rinunciare all’umorismo. Argomenti che saranno oggetto di un progetto per la Rai tivù, in onda a gennaio e che si intitolerà ‘La fabbrica del mondo’».

È attualmente impegnato con due spettacoli: Antenati, e ‘Sani!’, quest’ultimo che porterà a Cervia il 17 dicembre, il 22 marzo a Forlì, il 26 marzo a Cattolica e in altre date in Regione.
«Sani! è un’espressione di saluto della valle del Piave dove sono nato. Lo preferisco al ciao che viene dal veneziano sciao (schiavo). È un augurio di buona salute, riassume il senso del teatro che unisce, condivide emozioni e anche fragilità. Gli spettacoli si compenetrano: se Antenati è un album, ‘Sani!’ è un concertone, un canzoniere, inno a non farsi annientare, a reagire all’era della pandemia. Sono con me la vocalist Saba Anglana e il musicista Lorenzo Monguzzi con chitarra e armonica, per recuperare qualche ricordo del passato».

 

di Raffaella Candoli

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