Che volto di Ulisse racconta Marco Paolini nel suo "Nel tempo degli dèi-Il calzolaio di Ulisse" (al Teatro Strehler, fino al 18 aprile), scritto con Francesco Niccolini, la regia è di Gabriele Vacis, le musiche originali Lorenzo Monguzzi in scena con Saba Anglana, Elisabetta Bosio, Vittorio Cerroni, Lorenzo Monguzzi, Elia Tapognani?
È un vecchio stanco che ha già passato tutte le prove e le avventure nelle quali gli dèi dispettosi e umani lo hanno accompagnato e costretto. Uccisi per loro volere i Proci e le donne che si sono concesse loro, una vera ecatombe, si aprirà per Ulisse una nuova Odissea. Da dieci anni, con le mani sporche di sangue ferito nell'anima, disilluso, vaga con un remo in spalla, secondo la profezia di Tiresia.
Inutile dire che Marco Paolini sia un bravissimo narratore, ancorché qui a tratti quasi troppo dimesso, e che la regia di Vacis sia ideativa e attenta, bravi i musicisti che cantano anche recitano, e trionfa la stanchezza umana di Ulisse, la sua disillusione, la sua estenuante malinconia.
Paolini ci vuol forse raccontare, e in questo è ben riuscito, di un uomo saggio confuso e disorientato che ha bisogno di continuare a conoscere e capire, un uomo che forse non riuscirà mail a placare i vecchi e nuovi demoni che lo albergano.
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