Non so se lo spettacolo Miserabili. Io e Margaret Thatcher (La7, oltre un milione, 4,8), di Marco Paolini, abbia infranto altri muri nella ricorrenza ventennale cui, nobilmente, s’ispirava. Né se il palinsesto di La7, interamente dedicato alla caduta del Muro berlinese e ai relativi collegamenti sociopolitici, sia servito per una volta ai consumatori di una tv ridotta ad insulto del pensiero. Di sicuro, la giornata di La7 culminata con il “teatro civile” di Paolini in diretta dal porto di Taranto e senza stop pubblicitari, costituisce un esempio di tv che t’aspetteresti di vedere sul servizio pubblico. Dove invece, l’evento è stato inquadrato più di sfuggita, relegato nel canale tematico Rai Storia o nei contenitori per famiglie, al massimo per un “io c’ero” pronunciato dal giornalista di ieri, oggi diventato imbonitore.
Certo, è stata una scelta difficile, a tratti indigesto nella sua ambientazione tra i container portuali eretti a muro, è l’ultimo teatro di Paolini. Che funge da termometro della difficoltà sociale, dunque amplifica il disagio popolare, dandogli voce e porgendogli una memoria per non disperdere le proprie radice. E questo, per gli informati, era già noto. Ma nonostante l’occasione “antisovietica”, il conto che non torna è questa tv pubblica del disimpegno da share e somiglianza della concorrenza. Stesso profilo, stesso stile.
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