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La natura contro la guerra Soldato Peter diventa un film girato sull’Altopiano

Diretta da Giliano Carli e Gianfilippo Pedote, la storia ispirata a un caduto sul Grappa è un inno al pacifismo e al rispetto

Ondina Quadri in una scena del film che è stato presentato in anteprima a Milano

Ondina Quadri in una scena del film che è stato presentato in anteprima a Milano

Diretta da Giliano Carli e Gianfilipo Pedote, la storia ispirata a un caduto sul Grappa è un inno al pacifismo e al rispetto 

«Un canto sommesso contro la guerra che oggi continua a insanguinare il mondo». Così gli autori definiscono “Soldato Peter”, il film girato sull’Altopiano dei Sette Comuni con un’escursione in Ungheria da oggi in circolazione nelle sale italiane dopo l’anteprima di ieri sera a Milano. A firmarlo, per Jole film e Rai Cinema, l’asiaghese Giliano Carli, per tutti “Gil”, e Gianfilippo Pedote. Il “soldato Peter” in questione è ispirato a Peter Pan, il giovane militare austroungarico caduto sul Grappa nella prima guerra mondiale e sepolto nel sacrario della cima: la sua è una delle tombe più visitate e omaggiate, soprattutto da quando è diventata di dominio pubblico la sua curiosa omonimia con il protagonista dell’immortale fiaba di James Matthew Barrie.

L’azione, nel film, viene spostata appunto sull’Altopiano, dove Peter diserta e cerca una salvezza che non può non coincidere con un abbraccio sempre più profondo con la natura, che simbolicamente gli toglie a una a una le armi e, nella struggente scena finale, lo fa ritornare nell’aula di una scuola abbandonata, saldando i suoi ricordi di bambino felice nelle campagne di Timisoara, inseriti nella vicenda come flashback girati in un super8 sfuocato. Ancora più originali, le animazioni “live-painting” di Cosimo Miorelli che evocano quel mondo di credenze popolari e fantasie anche terrificanti che fa da substrato alle emozioni del popolo mandato a combattere.

Di grande impatto visivo, tra paesaggi, boschi, prati e insediamenti rurali splendidamente fotografati da Matteo Calore, il film è imperniato sulla recitazione di Ondina Quadri, non nuova a interpretare ruoli maschili, che conferisce candore alla figura di Peter, personaggio che i registi immaginano come una specie di elfo. E in effetti nel volto di Ondina-Peter si coglie una somiglianza con con quello del giovane hobbit Eliah Wood-Frodo de Il Signore degli anelli. Nel cast, anche figure iconiche dalle apparizioni suggestive e quasi silenti come Peppe Servillo, che interpreta un Don Chisciotte prestato all’esercito italiano, Benedetta Barzini, ex giornalista e modella figlia dell’inviato Luigi, che è una ieratica Morte pietosa, e Sergio Bustric, il “nemico” con il quale Peter si trova faccia a faccia in uno dei momenti più poetici. Ma protagonisti a pari livello sono i luoghi dell’Altopiano, scelti da un’equipe affiatata coagulatasi intorno a Lorenzo Cisola: le gallerie del Monte Zebio, l’altar Knotto, la grotta del Bisele emanano un incanto nuovo che è uno dei punti di forza del film.

Il regista di Asiago

«Credo che questo film porti con sé due messaggi. Il primo è che sull’Altopiano si può fare ottimo cine- ma. Vi sono stati realizzati una decina di film e se si vuole girare storie di montagna vi si può trovare tutto quello di cui si ha bisogno. Il secondo è che il rapporto tra l’uomo, l’ambiente e la memoria dev’essere rispettoso. La guerra ha violentato la natura, l’uomo anche. E la natura presenta il conto. C’è per tutto il film un conflitto tra guerra e natura. La guerra appartiene a questa terra, purtroppo, non è finita, lo vediamo anche oggi. Ce l’abbiamo sotto i piedi, perfino dentro le nostre case: mi ha impressionato la morte in un’esplosione, l’anno scorso, di un uomo che stava ristrutturando la sua abitazione che aveva all’interno dei muri tubature realizzate con corpi di vecchi ordigni».

Giliano Carli è conosciutissimo sull’Altopiano. Non soltanto per l’osteria che gestisce a Camporovere, ma perché ha lavorato come scenografo con Ermanno Olmi e con altri registi di fama, da Ridley Scott a Daniele Luchetti a Michelangelo Frammartino. E a Olmi, in questa sua prova da regista, si è sicuramente ispirato. «Ho tratto l’idea del film da un articolo di giornale di vent’anni fa, che parlava di questo soldato che aveva il nome del personaggio della celebre fiaba di Barrie racconta. Quel Peter Pan non voleva crescere, il mio invece vuole semplicemente vivere. Ne ho parlato subito a Gianfilipo Pedote, perchè stavo lavorando con lui. E non abbiamo mai smesso di credere nel progetto. Abbiamo avuto mille traversie, dal Covid a Vaia. Ma penso soprattutto alla tragedia accaduta durante le riprese aeree, con la morte del pilota Renato Fornaciari che, colpito da un infarto, è riuscito a compiere un atterraggio di fortuna che ha evitato una tragedia ancora più grande». Il film è dedicato alla sua memoria. A.C.

Il soldato Peter Pan

Il "soldato Peter" in questione è ispirato a Peter Pan, il giovane militare austroungarico caduto sul Grappa nella prima guerra mondiale e sepolto nel sacrario della cima: la sua è una delle tombe più visitate e omaggiate, soprattutto da quando è diventata di dominio pubblico la sua curiosa omonimia con il protagonista dell'immortale fiaba di James Matthew Barrie.

La guerra in Altopiano

L'azione, nel film, viene spostata appunto sull'Altopiano, dove Peter diserta e cerca una salvezza che non può non coincidere con un abbraccio sempre più profondo con la natura, che simbolicamente gli toglie a una a una le armi e, nella struggente scena finale, lo fa ritornare nell'aula di una scuola abbandonata, saldando i suoi ricordi di bambino felice nelle campagne di Timisoara, inseriti nella vicenda come flashback girati in un super8 sfuocato.

La forza della Natura

Ancora più originali, le animazioni "live-painting" di Cosimo Miorelli che evocano quel mondo di credenze popolari e fantasie anche terrificanti che fa da substrato alle emozioni del popolo mandato a combattere. Di grande impatto visivo, tra paesaggi, boschi, prati e insediamenti rurali splendidamente fotografati da Matteo Calore, il film è imperniato sulla recitazione di Ondina Quadri, non nuova a interpretare ruoli maschili, che conferisce candore alla figura di Peter, personaggio che i registi immaginano come una specie di elfo. E in effetti nel volto di Ondina-Peter si coglie una somiglianza con con quello del giovane hobbit Eliah Wood-Frodo de Il Signore degli anelli.

Il cast 

Nel cast, anche figure iconiche dalle apparizioni suggestive e quasi silenti come Peppe Servillo, che interpreta un Don Chisciotte prestato all'esercito italiano, Benedetta Barzini, ex giornalista e modella figlia dell'inviato Luigi, che è una ieratica Morte pietosa, e Sergio Bustric, il "nemico" con il quale Peter si trova faccia a faccia in uno dei momenti più poetici. Ma protagonisti a pari livello sono i luoghi dell'Altopiano, scelti da un'equipe affiatata coagulatasi intorno a Lorenzo Cisola: le gallerie del Monte Zebio, l'altar Knotto, la grotta del Bisele emanano un incanto nuovo che è uno dei punti di forza del film.


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