Protagonisti al teatro Comunale di Adria: Godot in dialetto e barzellette di Pierino
ADRIA. Per il momento non le racconta più, quelle piccole storie vissute una ventina d'anni fa. Ma per l'amico Natalino ha fatto un'eccezione. E così, venerdì scorso al teatro Comunale di Adria, nell'ambito della rassegna comica realizzata da Balasso e intitolata “Adria per ridere”, Marco Paolini ha messo in scena ancora per una volta le sue “Stazioni di transito”, schegge meno note dei suoi celebri Album.
Teatro ovviamente esaurito, moltissime risate, qualche brivido di malinconia e più di due ore filate senza intervallo: “Avevo fatto una scommessa”, sorride Paolini. “Che riuscivo a restare dentro per due ore”. Mica facile con il palco vuoto e con duemila occhi che ti guardano senza sosta per tutto il tempo. Ma Paolini è Paolini, si sa. E quando attacca a raccontare è difficile lasciarlo.
Questa volta, come si diceva, ha narrato piccole storie, fatti, eventi per lo più personali accaduti tra gli anni Settanta e Ottanta. La storia d'Italia, i disastri, le stragi, i misteri, insomma, le grandi pagine del nostro paese le ha lasciate volutamente in disparte, sfiorandole solo qua e là ogni tanto.
“Adria per ridere” era il titolo della manifestazione e così è stato. Spazio quindi al suo viaggio in Polonia a bordo di un Ford Transit nel 1980, alla partenza per l'America dall'aeroporto di Lubiana nell'84, alla comune sugli Appennini nel '76, all'organizzazione di una serata-evento con Carmelo Bene che legge Dante sotto il tendone del circo Togni nell'83.
Alla fine un esilarante duetto assieme a Natalino Balasso in cui Paolini ha fatto la spalla cercando di rispondere il più possibile alle carambole di battute del comico dello Zelig: partiti da una versione di Aspettando Godot in dialetto veneto, i due attori sono arrivati alla fine della serata raccontando una barzelletta di Pierino
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