Soldato Peter, il ragazzo che non voleva crescere
Nelle sale il film di Pedote e Carli girato tra Asiago e Trentino, ambientato nella Grande Guerra
C' è poesia, immagini che riempiono lo schermo, una guerra che sentiamo così vicina e il desiderio di una natura perduta in Soldato Peter, il nuovo film prodotto da Francesco Bonsembiante di Jolefilm e Andrea Stucovitz con Rai Cinema, diretto da Gianfilippo Pedote e Giliano Carli e girato tra Veneto e Trentino con il cuore nell'Altopiano di Asia- go. Il film, ispirato alla storia- realmente accaduta del soldato ungherese Peter Pan, che durante la Prima Guerra Mondiale attraverso la trincea e arrivò in Italia trovandovi la morte, dal 15 al 18 novembre sarà al cinema Lux di Asiago, il 23 novembre a Padova al cinema Multi Astra, con proiezioni anche a Milano e Roma. «E poi contiamo sul pubblico», dicono i registi, che a questo film hanno pensato per la prima volta quando un'altra guerra vicina» deva- stava il paesaggio e rendeva incerti confini e futuro, quella nella ex Jugoslavia. «Mi era capitato un giornale con la notizia che era stata ritrovata la tomba del soldato Peter Pan - racconta Carliero in un bar e per la fretta ho strappato la pagina e sono corso a raccontare questa storia a Gianfilippo. Ho scoperto che davvero
era esistito un soldato che si chiamava come il ragazzo cre- ato da James M. Barrie e la sua storia mi è rimasta dentro. Quel nome flabesco che ricor dava quel ragazzo che non vo leva crescere e il nostro solda- tino che aveva trovato la mor- te sul Monte Grappa, e sicura- mente voleva vivere: c'erano tutti gli elementi per farne un films. Ci è voluto un po' di tempo. Da quella pagina strappata al film che ora arri- va nelle sale sono passati oltre vent'anni, ma l'idea è rimasta quella, ragionare per opposti: raccontare la vita e la morte, la guerra e la pace, la natura e la tecnica. Gli anni passati han- no solo spostato il confine tra guerra e pace: «La durezza dei tempi contemporanei ci ha dato un motivo in più per af- frontare il tema dice Pedote- certo nemmeno mentre gira- vamo fa, immaginavamo che saremmo arrivati in una situa- zione cosi drammatica». La potenza distruttrice della guerra, che dentro il solda- tino produce una battaglia, nel film è resa dal live painting di Cosimo Miorelli, «che spiega Pedote - rappresenta la natura come un possente dio Pan che spaventa, ma che gli incute rispetto e nel confronti dei quali prova un senso d'appartenenza, mentre dall'altro c'è un drago meccanico che per lui rappresenta la guerra con le sue tecnologie che portano morte. Il soldatino vede tra il dio Pan e il mostro un conflitto, come se la guerra dichiarasse guerra anche alla natura, perché il pensiero che produce la guerra non è così dissimile dal pensiero attraverso cui l'uomo, sentendosi onnipotente e credendo di avere tutto a sua disposizione, si allontana dalla. natura: il soldatino Peter Pan, che si sente dentro la natura, non vuole crescere perché il mondo degli adulti è il mondo della guerra, delle distruzioni». Da qui la scelta di Ondina Quadri per interpretare il soldatino, snello che attraversa i nostri boschi, tanto simili a quelli di Olmi in Torneranno i prati», racconta Carli. E l'idea di rappresentare le fi gure di contorno in maniera onirica: la morte ha il volto se gnato e sofferto di Benedetta Barzini, il comandante italiano quello di un Don Chisciotte senza tensione ideale di Peppe Servillo, che si accompagna a Sergio Bustric Sancho Panza. Il film è dedicato a Renato Fornaciari, il pilota dell'aereo morto per un malore mentre stava effettuando riprese sul set.
Sara D'Ascenzo.
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