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Di Gabriele Vacis e Marco Paolini
Con Marco Paolini
e con (in ordine alfabetico) Alah Abu Gharbieh, Ivan Azazian, Mohammad Basha, Khaled Elsadat, Giuseppe Fabris, Nidal Jouba, Anwar Odeh, Baha’Eddin Sous, Matteo Volpengo
Regia Gabriele Vacis
Scenofonia, luminismi, stile Roberto Tarasco
Produzione Teatro Stabile di Torino – Teatro Nazionale

Per le attività svolte a Gerusalemme si ringrazia per il supporto e la collaborazionel’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo – Ufficio di Gerusalemme

Con il patrocinio del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale

Scarica la presentazione di Amleto a Gerusalemme

(Foto © INDYCA)

Amleto a Gerusalemme

Palestinian Kids Want to See the Sea

La storia

Uno spettacolo che riunisce due protagonisti del teatro italiano, Gabriele Vacis e Marco Paolini, artefici della lunga e felice stagione del teatro di narrazione culminata in un testo che ha fatto scuola: Il racconto del Vajont. Si parte dall’Amleto di Shakespeare per parlare della vita, soprattutto quella che si vive nei territori palestinesi occupati.

Hamlet in Jerusalem è un progetto di Gabriele Vacis e Marco Paolini che ha radici molto lontane, così come la loro amicizia e collaborazione artistica. Un’idea che nasce nel 2008 a Gerusalemme, al Palestinian National Theatre di Gerusalemme Est, sotto l’egida del Ministero italiano degli Affari Esteri e della Cooperazione per lo Sviluppo: una scuola di recitazione per ragazzi palestinesi, allievi la cui voglia di lavorare in teatro è più forte delle difficoltà di attraversare ogni giorno checkpoint e pregiudizi sociali. L’anno successivo, in Italia, il laboratorio prosegue ad Alessandria, dove i ragazzi lavorano anche con Laura Curino, Emma Dante, Valerio Binasco, Alessandro Baricco, Roberto Tarasco. La scuola TAM (si chiamava così: Theatre and Multimedia Arts) ha presentato gli esiti del proprio lavoro alla Biennale di Venezia, al Teatro Valle di Roma e alla Scuola d’Arte Drammatica Paolo Grassi di Milano. Nucleo fondamentale della didattica che Vacis mette in opera è la schiera, un processo che unisce movimento e attenzione che da tempo è alla base dei lavori del regista: «Schiera è l’esercizio che sto elaborando da molti anni. Insegna a vedere quello che si guarda e ad ascoltare quello che si sente. Saper vedere, sapere ascoltare, è necessario per un attore che voglia essere autore della propria presenza in scena. La schiera insegna ad ascoltare e a vedere, poi è un luogo in cui si può improvvisare liberamente». E la chiave per poter ascoltare e realizzare un percorso teatrale è partire dall’Amleto di Shakespeare, dalla consapevolezza che in esso si scorgono tutte le sfaccettature della vita, complicate dalle esperienze di chi vive in Palestina: i riti di passaggio, il rapporto uomo/donna, il conflitto con la famiglia, le generazioni a confronto, la rabbia, la pazzia, l’amore.

Foto




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