Marco Paolini: “Per proteggere i fiumi dobbiamo conoscerli”
L’attore parte sabato da Malga Ciapela con ‘Mar de Molada’: “Arriveremo fino al mare, la storia con nomi e geografie passando per l’acqua”
L’attore parte sabato da Malga Ciapela con ‘Mar de Molada’: “Arriveremo fino al mare, la storia con nomi e geografie passando per l’acqua”
Il nuovo progetto si chiama ‘Mar de Molada’, è sostenuto da Regione Veneto e Veneto Agricoltura: sarà un racconto corale a tappe sui prati del bacino del Piave, dalla Marmolada fino a Venezia. Per quattro fine settimana da metà settembre all’inizio di ottobre, dall’alba al tramonto, chiamerà a raccolta per un racconto del territorio partendo non dalla terra ma dalle acque: le fonti, i torrenti, i fiumi le valle, la laguna, elementi fondamentali della vita, del modello di sviluppo, dell’agricoltura, delle città.
Dopo VajontS 23, Marco Paolini torna a fare teatro di «prevenzione civile». Il nuovo progetto Mar de Molada, sostenuto da Regione del Veneto e Veneto Agricoltura, sarà un racconto corale a tappe sui prati del bacino del Piave, dalla Marmolada fino a Venezia. Per quattro fine settimana da metà settembre all’inizio di ottobre, dall’alba al tramonto, chiamerà a raccolta migliaia di persone per creare un racconto del territorio partendo non dalla terra ma dalle acque: le fonti, i torrenti, i fiumi le valle, la laguna, elementi fondamentali della vita, del nostro modello di sviluppo, dell’agricoltura, delle città.
Dopo VajontS 23, Marco Paolini torna a fare teatro di “prevenzione civile” con il nuovo progetto “Mar de Molada”, un racconto corale a tappe sui prati del bacino del Piave, dalla Marmolada fino a Venezia. Per quattro fine settimana, da metà settembre all’inizio di ottobre, dall’alba al tramonto, Paolini chiamerà a raccolta migliaia di persone per creare un racconto del territorio partendo dalle acque: le fonti, i torrenti, i fiumi le valle, la laguna, elementi fondamentali della vita, del nostro modello di sviluppo, dell’agricoltura, delle città.
L’attore e lo spettacolo «Mar de Molada»: «Guarderemo la terra con gli occhi di fiumi e canali. Sappiamo dove viviamo, ma nulla dei nostri corsi d’acqua».
Nella mente dell’Italia settentrionale, il Vajont è la scena della peggiore catastrofe. Nell’ottobre 1963, una frana crollò nel lago dietro la diga idroelettrica, provocando uno tsunami che uccise circa 2 000 persone nella valle. Marco Paolini, impegnato nel teatro e attivista, ha tematizzato questo evento in uno spettacolo. Egli ritiene che il Vajont sia una metafora del mondo moderno, una metafora del capitalismo.
Marco Paolini, gli Incontri di Fabbrica del Mondo e Montegrotto Terme: Villa Draghi si trasforma nuovamente in un laboratorio di storie intrecciate per un fine settimana di dialoghi, spettacoli e concerti con il tema degli obiettivi dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile e dell’acqua in particolare. Il 7 e 8 giugno, Montegrotto Terme ospiterà il festival itinerante “Gli Incontri della Fabbrica del Mondo”, che proseguirà ad agosto a Perugia.
Attori e scienziati al Festival 7 e 8 giugno a Montegrotto Terme
L’aula magna del Bo ha ospitato una ricca lezione sul cinema di Mazzacurati. In occasione del decimo anniversario della scomparsa dell’autore padovano, amici e studiosi hanno raccontato la sua opera. Nell’aula Magna del Bo, a Padova, c’erano tutti. Fam …
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